C’è anche lo stop ai fondi per le Organizzazioni Non Governative (ONG) che praticano aborti o forniscono informazioni a riguardo, tra i primi atti dell’era Trump. Con un ordine esecutivo il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America ha ripristinato un provvedimento che, da quando fu introdotto dall'Amministrazione repubblicana nel 1984, è stato revocato dalle Amministrazioni democratiche e reintrodotto da quelle repubblicane che si sono succedute negli anni.
A cancellare il bando, l'ultima volta, era stato il presidente Barack Obama nel 2009. Ora Trump ha appunto ripristinato il divieto di usare fondi del governo per sovvenzionare gruppi che pratichino o forniscano consulenza sull'aborto. Con un provvedimento che ha suscitato naturale approvazione tra i movimenti “pro-life” e forti e pesanti critiche tra gli abortisti, Trump ha quindi iniziato a concretizzare alcune delle promesse fatte agli elettori in campagna elettorale ed é su queste che andrebbe giudicato come uomo politico, piuttosto che sulla lunghezza delle sue cravatte o sul tipo di pettinatura.
Ciò che comunque è fuor di dubbio è che il provvedimento in tema di aborto rappresenta una chiara presa di posizione dell’amministrazione americana, intenzionata a cambiare nei fatti la deriva abortista degli USA, caratterizzata dalla più ampia discrezionalità della madre nel poter abortire anche in epoche avanzate di gravidanza. E tutto questo proprio nei giorni della scomparsa di Norma McCorvey, la protagonista (suo malgrado) della tristemente famosa causa “Roe vs Vade” che aveva legalizzato l’aborto negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’70.
“Un giocatore si vede dal coraggio, dell’altruismo e dalla fantasia”, cantava Francesco De Gregori in una famosa canzone di qualche anno fa. Coraggio, altruismo e fantasia che Trump non ha esitato a mettere in gioco per difendere il diritto alla vita di molti bambini non ancora nati.
Atti concreti ed immediati, convinzioni chiare e comprensibili; quanto di più lontano da tante vuote dichiarazioni di politici nostrani che a parole si battono per tutelare i diritti di tutti e poi negano proprio al più debole di tutti (il bambino non nato) il più importante e fondamentale dei diritti, quello senza il quale ogni altro diritto non può esistere: il DIRITTO ALLA VITA.
Probabilmente sarebbe d’accordo con il Presidente americano anche san Camillo de Lellis, fondatore dei Chierici Ministri degli Infermi (Camilliani) il cui nome è oggi agli onori della cronaca perché a Roma, nell’Ospedale a lui dedicato, è stato bandito, con l’approvazione dell’Amministrazione regionale, un concorso per ginecologi dal quale sono stati esclusi (contrariamente a quanto previsto dalla stessa legge 194 sull’aborto) i medici obiettori di coscienza: proprio coloro che più di tutti si impegnano con le mamme per promuovere concretamente un cammino di accoglienza e di aiuto ad una gravidanza indesiderata o inaspettata.
Washington e Roma sono oggi ancora più lontane in tema di diritto alla vita.