Ci sono persone che se hai la fortuna di incontrare sanno incidere profondamente stimolando pensieri, confronti, decisioni, scelte che aprono orizzonti nuovi.
Sono persone che sanno affrontare a viso aperto le difficoltà senza dimenticare mai chi sta attorno, consapevoli che la vita la puoi vivere con il senso di gratitudine e quindi con l’esigenza di restituire ciò che immeritatamente ti ha dato o con risentimento e quindi con l’impulso a concentrarti sempre su ciò che ti manca.
É una scelta cui tutti siamo chiamati, ma avere qualcuno che traccia la via aiuta a vederne i contorni più nitidi.
Sono persone esigenti, mai banali con le quali è bello e arricchente dialogare, discutere animatamente, ma anche ridere con la leggerezza di chi nasconde la fatica del cammino per non pesare sugli altri.
Così è stato incontrare Enrico Cavallero, un amico più grande che ha guidato per anni il Centro di Aiuto alla Vita di Saluzzo, sostenitore convinto del valore della vita di ogni essere umano, non solo a parole, quelle sono facili, ma nei fatti, e quelli sono più difficili, a volte persino rischiosi.
Per fare volontariato occorre davvero vigilare sulla continua adesione personale a una visione dell’essere umano libera da pregiudizi, da valutazioni di merito, di tornaconto personale.
Ci si espone anche all’errore, ma di sicuro è meglio sbagliare per troppo amore che per grettezza e calcoli mediocri.
Questo ci ha insegnato Enrico: se tuo fratello ha bisogno aiuta tuo fratello.
Niente di più semplice, niente di più complesso.
E grazie alla condivisione con sua moglie Paola di una fede nutrita costantemente dalla parola di Dio e dalla preghiera ci ha anche indicato la via da seguire per restare nel solco della vera condivisione e non solo di atteggiamenti filantropici.
Ora che, combattuta la buona battaglia e mantenuta la fede, ha raggiunto la casa del Padre non possiamo che dire “grazie Enrico” perché con la tua vita hai cercato concretamente di rendere migliore un mondo assetato di gesti veri di fratellanza e di pace.